Canto armonico e ignoranza: i rischi della superficialità

Rin­gra­zio Mau­ro Tibe­ri che mi ha ispi­ra­to que­sto post, sol­le­van­do in effet­ti per pri­mo l’ar­go­men­to del tito­lo: i rischi dell’ignoranza.

Ogni tan­to suc­ce­de che per qual­che flus­so o riflus­so media­ti­co, il Can­to Armo­ni­co cono­sca improv­vi­sa­men­te noto­rie­tà. Que­sto è suc­ces­so anche recen­te­men­te dove una bra­va, bel­la e gio­va­ne can­tan­te, Anna-Marie Hefe­le, illu­stra in un video  dive­nu­to vira­le la sua, peral­tro gran­dis­si­ma, peri­zia nel Can­to Armo­ni­co. Il video ha avu­to un gran­de suc­ces­so arri­van­do a fini­re anche sul­le pagi­ne di Repubblica.

Non è neces­sa­ria­men­te un male que­sto (anzi, da un cer­to pun­to di vista direi che è un bene…). Il pro­ble­ma sta nel rischio del­la super­fi­cia­liz­za­zio­ne cui pur­trop­po sem­bra esse­re impos­si­bi­le sot­trar­re in que­sta epo­ca tut­to ciò che di pro­fon­do esiste.

Pre­met­to che tut­to ciò che segue non si rife­ri­sce in alcun modo alla spe­ci­fi­ca can­tan­te né al suo video. E’ impor­tan­te pun­tua­liz­zar­lo: non cono­sco per­so­nal­men­te Anna-Marie e non mi sogne­rei mai di impu­tar­le alcu­na super­fi­cia­li­tà; anzi, a giu­di­ca­re dal suo sguar­do, caso mai il contrario!

Par­lan­do spe­ci­fi­ca­ta­men­te del Can­to Armo­ni­co (ma potrem­mo tran­quil­la­men­te esten­de­re la cosa a mol­te altre tec­ni­che), il rischio è che le per­so­ne non si ren­da­no con­to del­le impli­ca­zio­ni di que­sta pratica.

Il Can­to Armo­ni­co, per chi non lo cono­sce, è una tec­ni­ca che con­sen­te di emet­te­re con­tem­po­ra­nea­men­te alla nota prin­ci­pa­le anche altre note, det­te appun­to “armo­ni­ci”. Vie­ne ascrit­to come nasci­ta alla Peni­so­la di Tuva dove in effet­ti lo usa­no sostan­zial­men­te tut­ti, pure i pasto­ri che pasco­la­no le pecore.

In real­tà que­sta tec­ni­ca vie­ne da mol­to più lon­ta­no nel tem­po: ha pro­fon­dis­si­me radi­ci ritua­li e scia­ma­ni­che (non par­lia­mo del­lo “sce­ma­ne­si­mo” dei gior­ni d’og­gi, ma del­la cul­la di tut­te le for­me di spi­ri­tua­li­tà poi evo­lu­te­si sul nostro pia­ne­ta) e altret­tan­to pro­fon­di e poten­ti risvol­ti ener­ge­ti­ci e sottili.

Il Can­to Armo­ni­co infat­ti nasce come tec­ni­ca inte­rio­re e non, come mol­ti pos­so­no pen­sa­re, come tec­ni­ca musi­ca­le. Igno­ra­re que­sta ori­gi­ne, super­fi­cia­liz­za­re la tec­ni­ca e pen­sa­re che sia sem­pli­ce­men­te un modo per emet­te­re dei suo­ni, pur se affa­sci­nan­ti, può por­ta­re a con­se­guen­ze non prevedibili.

L’u­so del suo­no, come mi pare di ave­re espres­so più vol­te, è sem­pre da guar­da­re con rispet­to: ripro­dur­re una qual­sia­si vibra­zio­ne signi­fi­ca, nel caso si trat­ti di vibra­zio­ne ogget­ti­va, entra­re in qual­che modo in con­tat­to con il prin­ci­pio corrispondente.

Ora, per quan­to stra­no pos­sa sem­bra­re, non tut­to ciò che è bel­lo in natu­ra deve esse­re con­si­de­ra­to pri­vo di con­se­guen­ze o effet­ti sco­no­sciu­ti. Super­fi­cia­liz­za­re una tec­ni­ca anti­ca e poten­te come quel­la in ogget­to, signi­fi­ca apri­re la pos­si­bi­li­tà di anda­re incon­tro a dei rischi che, pur non essen­do “scien­ti­fi­ca­men­te pro­va­bi­li” sono tut­ta­via mol­to rea­li; evo­ca­re un prin­ci­pio, nel­la più tota­le incon­sa­pe­vo­lez­za del prin­ci­pio stes­so e del­le dimen­sio­ni ad esso col­le­ga­te, per quan­to posi­ti­ve, non è mai una cosa fur­ba. Inol­tre il suo­no, e per este­so la vibra­zio­ne, è il costi­tuen­te base di que­sto uni­ver­so: gio­ca­re con que­sta ener­gia signi­fi­ca gio­ca­re con qual­co­sa di mol­to poten­te e, di con­se­guen­za, estre­ma­men­te efficace.

Non sto dicen­do che il Can­to Armo­ni­co sia peri­co­lo­so in sé, natu­ral­men­te, sto solo dicen­do che usar­lo in modo incon­sa­pe­vo­le, come può acca­de­re in un occi­den­te sem­pre più incli­ne alla mas­si­ma super­fi­cia­li­tà, può pro­dur­re effet­ti anche for­ti, del tut­to indesiderati.

Il Can­to Armo­ni­co è in gra­do di indur­re pro­fon­de alte­ra­zio­ni nel cam­po ener­ge­ti­co di un esse­re uma­no. Per for­tu­na nostra, quan­do una vibra­zio­ne è armo­ni­ca, rara­men­te può pro­dur­re un dan­no. Ma che suc­ce­de se pren­dia­mo in con­si­de­ra­zio­ne anche l’a­spet­to del suo­no inte­so come vet­to­re? Ecco che in que­sto caso una vibra­zio­ne, per quan­to armo­ni­ca, può inve­ce tra­spor­ta­re con sé qual­co­sa di non così positivo.

Come per le armi da fuo­co il cui peri­co­lo dipen­de esclu­si­va­men­te da chi le usa, anche le anti­che tec­ni­che pos­so­no ave­re effet­ti di cui non sia­mo con­sa­pe­vo­li ma che non per que­sto andreb­be­ro sot­to­va­lu­ta­ti. E più la tec­ni­ca è vici­na alla vibra­zio­ne, più gli effet­ti col­la­te­ra­li pos­so­no esse­re… principali.

Con il suo­no pos­sia­mo anda­re ad indur­re modi­fi­ca­zio­ni inte­rio­ri, psi­co­lo­gi­che, men­ta­li, emo­ti­ve e fisi­che. Non dimen­ti­chia­mo che in tem­pi anti­chi que­sta tec­ni­ca veni­va inse­gna­ta nel­l’am­bi­to di pro­fon­di stu­di di medi­ci­na ed evo­lu­zio­ne inte­rio­re: non era di domi­nio pub­bli­co, ma appan­nag­gio esclu­si­vo di esse­ri che ave­va­no svi­lup­pa­to una con­si­de­re­vo­le evo­lu­zio­ne inte­rio­re. Il fat­to che oggi sia di pub­bli­co domi­nio dovreb­be fare quan­to­me­no riflet­te­re su quan­to sia enor­me la nostra igno­ran­za in meri­to e por­ta­re le per­so­ne ad usa­re una diver­sa consapevolezza.

E non cre­dia­te che i Pasto­ri Mon­go­li que­sta con­sa­pe­vo­lez­za non ce l’abbiano.

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2 Commenti
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maurizio

Sarò igno­ran­te ma mi sem­bra che sta­te esagerando.…

Franz
Reply to  maurizio

La que­stio­ne è mol­to sem­pli­ce: le “sem­bra” che quan­to affer­ma­to nel­l’ar­ti­co­lo sia esa­ge­ra­to. Ma sem­bra­re non signi­fi­ca esse­re. Il fat­to si rias­su­me nel­la dif­fe­ren­za tra “sape­re” e “cono­sce­re”, dove il pri­mo ter­mi­ne impli­ca una cono­scen­za teo­ri­ca di qual­co­sa, men­tre il secon­do si basa sul­l’e­spe­ri­re la stes­sa con consapevolezza.
La sua sen­sa­zio­ne di esa­ge­ra­zio­ne si basa, nel­la miglio­re del­le ipo­te­si su ciò che “sa” del­l’u­so del suo­no, anche se, mol­to più pro­ba­bil­men­te si basa su una sem­pli­ce sen­sa­zio­ne non basa­ta ne sul sape­re ne sul­la conoscenza.
La mia spie­ga­zio­ne inve­ce su ciò che “cono­sco”, ovve­ro che pra­ti­co e spe­ri­men­to da cir­ca 25 anni, non solo per­so­nal­men­te ma anche nell’insegnamento.
In alcu­ni casi l’u­so degli armo­ni­ci, pro­dot­ti in modo del tut­to incon­sa­pe­vo­le, ha pro­dot­to dan­ni emo­ti­vi ed anche fisi­ci ad alcu­ne persone.
Nel pri­mo caso il dan­no emo­ti­vo è sta­to ad esem­pio in un caso rap­pre­sen­ta­to da una tem­po­ra­nea pro­ble­ma­ti­ca psi­co­lo­gi­ca dovu­ta alla for­te rea­zio­ne di un emo­ti­vo non cor­ret­ta­men­te strut­tu­ra­to che ha avu­to acces­so non rego­la­to ad una spe­ci­fi­ca tec­ni­ca voca­le. Nel­la fat­ti­spe­cie abbia­mo avu­to una cri­si di pian­to segui­ta da uno sta­to di pro­fon­da “dispe­ra­zio­ne”, un’al­te­ra­zio­ne emo­ti­va pro­dot­ta come erra­to risul­ta­to di altret­tan­to erra­ti pro­ces­si emotivi.
Nel secon­do caso, il dan­no fisi­co, del tut­to tran­si­to­rio ma comun­que rea­le, è sta­to ad esem­pio rap­pre­sen­ta­to da un leg­ge­ro col­las­so, dovu­to all’er­ra­ta appli­ca­zio­ne di una tec­ni­ca di can­to che ha pro­dot­to una com­pres­sio­ne dia­fram­ma­ti­ca supe­rio­re a quan­to la per­so­na pote­va sop­por­ta­re. In que­sto caso abbia­mo avu­to abbon­dan­te sudo­ra­zio­ne fred­da, calo pres­so­rio e sta­to di pro­stra­zio­ne del­la dura­ta di alcu­ni minuti.
Non cre­da che una “sen­sa­zio­ne” in quan­to tale deb­ba sem­pre esse­re con­si­de­ra­ta vali­da. A vol­te lo è, ma mol­to più spes­so… no!
Buo­na gior­na­ta e gra­zie del pas­sag­gio e del commento!